lunedì 14 gennaio 2013

Non mi serve più! Un post sul ciuccio e sul bisogno di diventare grandi.

Non so voi ma io ho sempre avuto un buon rapporto con il ciuccio. Non sono mai stata una mamma integralista "no!!! il ciuccio assolutamente no!!!" e neanche una di quelle che glielo schiaffava in bocca al minimo "Uheee", l'ho sempre considerato un valido alleato nei momenti di stanchezza o nervosismo della PiccolaPeste, quelli in cui doveva trovare un equilibrio da sola ed io purtroppo potevo farci poco.
Ma da quando la Peste va alla materna sembra che il ciuccio sia diventato il nemico da combattere, nonostante lei a scuola non l'abbia mai portato... A dire il vero le prime battutine sono iniziate già dall'estate scorsa:
- Ma come una bimba grande come te ancora col ciuccio?!-
Al che mi chiedo: grande come te in che senso? Cate a fatto tre anni nemmeno due mesi fa non mi sembra che una bimba di 2 anni e mezzo sia Troppo Grande per ciucciare.... oppure
- Ah io gliel'ho buttato via al mare e tanti saluti!-
Certo tua figlia a fatto tre anni a Gennaio... Ma poi comunque sia: perchè buttarlo via e tanti saluti? Perchè far piangere un bambino per una nostra decisione? Perchè non possono abbandonarlo gradualmente da soli? Insomma, come diceva mia nonna: col ciuccio non s'è mai sposato nessuno! Che nella sua saggezza popolare significa: arriva per forza un momento in cui lo lasciano!
Con l'avvicinarsi del Natale tutta la famiglia si è coalizzata e ha convinto la PiccolaPeste che Babbo Natale gli avrebbe lasciato un regalo da grandi se lei avesse messo il ciuccio sull'albero la sera della vigilia in modo che babbo natale potesse portarlo via... Confesso che sono stata scettica su questa cosa fin dall'inizio, un po' perchè mi sembra una balla colossale ma vabbè... un po' perchè conosco mia figlia e so che è troppo furba per non capire che questo gioco di scambi non sta in piedi... E così la sera della vigilia Cate è andata a letto senza ciuccio senza fare una piega e la mattina ha trovato il regalo che desiderava sotto l'albero. Il ciuccio sembrava archiviato, e invece...
Invece nel pomeriggio era stanchissima e complice qualche linea di febbre voleva dormire ma non ce la faceva, si addormentava per svegliarsi poco dopo sudata e in lacrime, finchè non ha chiesto disperata il ciuccio, io ho provato a dirle che lo aveva dato a Babbo Natale ma lei, furba com'è, mi ha detto che gli aveva dato quello giallo non quello marrone... cosa fare? Voi cosa avreste fatto? Io da madre coraggiosa quale sono gli ho dato il ciuccio marrone "ma solo per dormire" ho specificato (come se ce ne fosse bisogno...). A questo punto non avete idea di quante me ne hanno dette... "ma sei pazza!" "dovevi resistere!" "Adesso non glielo toglierai MAI più!" (....EEhhhh!!!!) "Hai minato la tua autorità di genitore!" (...Addirittura?!). Insomma sempre più ancorata nella mia posizione sono andata avanti così, dandogli il ciuccio per dormire e spiegandogli che prima o poi i bambini il ciuccio lo buttano perchè diventano grandi e non gli serve più, e leggendogli la storia di Duccio il topino che a lei piace tanto.
Insomma sabato mattina si è svegliata ha fatto colazione e poi ha guardato il suo ciuccio e mi ha detto:
- Mamma, io il ciuccio no lo voglio più. Io lo voglio buttare pecchè non mi selve più. -
- Cate sei sicura? Guarda tesoro che uno l'hai dato a Babbo Natale e se questo lo butti nel secchio poi non ce ne sono più di ciucci...- (tanto per chiarire...)
- Sì mamma. Non mi selve più. -
Si è alzata dalla sedia è andata verso il secchio, l'ha aperto e ha buttato il ciuccio.
Adesso il sonnellino pomeridiano ce lo possiamo dimenticare, però sono due notti che dorme senza e anche se si sveglia e si lamenta, il ciuccio non me lo chiede e io non glielo do. E di una cosa sono certa, non avrò bisogno di impuntarmi nè di farla piangere perchè stavolta, anche se sta male e questo lo vedo, è stata una sua decisione e con quel carattere che si ritrova la porterà avanti, perchè è fatta così, perchè è una grande mia figlia! Una grande piccola donna che mi rende ogni giorno sempre più orgogliosa di lei.

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