lunedì 22 dicembre 2014

The giftlist for parents…. i regali che svoltano davvero!

Ci risiamo, ecco Natale, anzi ecco BABBO NATALE, via libera ai regali per i bambini! Tutto ruota attorno a loro, già dai primi di dicembre amici e parenti cominciano a buttare là frasi del tipo “quest’anno pensiamo ai bambini” oppure “quest’anno niente regali che c’è crisi… solo ai bambini”… che per carità nobilisssssssimo però (checcazz) che diamine, ci sono anche i genitori no? E poi diciamocelo i bambini hanno veramente tutto e cosa ancor più vera non hanno bisogno del 50% di quel che hanno, ma noi genitori? Abbiamo quel che desideriamo? Per quei genitori che si sentono un po’ trascurati rispetto ai loro pargoli ecco una giftlist semiseria che anche in tempi di crisi può svoltare la vita dei genitori:
1. Un pomeriggio di babysitting gratuito. Sì perché son tutti bravi a dire “sono due angeli” ma quanti di quelli che lo dicono hanno effettivamente passato un pomeriggio con loro senza l’aiuto di uno dei due genitori e senza separare i pargoli? Pensateci… Bravi, nessuno.
2. Una pulizia completa della casa. E con completa intendo vetri e box doccia compresi, se vi sembra un regalo da poco venite a casa mia e cambierete idea, è un regalo mooolto gradito credetemi.
3. 5 cene pronte. Vuoi mettere almeno una settimana nella vita arrivare a casa da lavoro aprire il frigo e invece di sentirti come un concorrente di masterchef durante un pressure test, trovare la cena già cucinata, pronta da scaldare nel microonde per tutti e quattro? Tanta roba gente.
Che ne pensate? Diamo via libera ai regali?

Quello che è stato e quel che sarà

La GranDama ha deciso che vuole comunicare, da un po’ si aggira per casa con quella sua andatura che pare un incrocio tra un lottatore di sumo e il Gabibbo e si rivolge ai mobili e ai giochi con lunghe arringhe di cui lei sola conosce il significato, poi si gira ti guarda alza le spalle e fa “boh” come se a parlare fosse stato un altro… non so… è buffa! Sarà che non ci sono abituata, sarà che la PiccolaPeste ha sempre parlato tanto e bene, ma questa cosa mi fa ridere. PiccolaPeste dal canto suo è entrata in fissa con “Vocabolando” un gioco da tavola tipo gioco dell’oca dove si deve indovinare il significato delle parole o il loro contrario o il loro sinonimo, cose così… E anche lei mi fa ridere perché si getta anima e cuore nelle risposte a volte ci piglia altre no, altre mi prende in giro e mi dice le risposte più assurde e poi ride “Dai mamma!” mi fa e sembra divertirsi tantissimo!
Vivono entrambe in un mondo magico fatto di giochi, personaggi, canzoni. Si guardano e ridono oppure si tirano i capelli a seconda del momento, però poi si ricercano e si parlano… ma che si dicono? Non lo so… però è bello. Vedo crescere questo sentimento di “sorellanza” che io, essendo figlia unica, non ho provato e forse non so capire, ma mi piace. Le “spio” quando sono in cameretta che giocano e mi piace questo loro cercarsi, farsi i dispetti e poi ricercarsi, togliersi i giochi di mano e poi restituirli, mi piace pensare che stiano costruendo qualcosa insieme, che una arricchisca l’altra e che un carattere smussi l’altro. Mi piace. 

venerdì 12 dicembre 2014

Operazione al naso


-          Maaaaammaaaa! Piano che mi fa male il naso ho detto!
-          Ho capito ma devi stringere quando soffi sennò che soffi a fa!
-          Ma mi fa male!
-          Ma che c’hai fatto a sto naso si può sapè?
-          Non lo so….
-          Ma t’hanno dato una botta? Ti sei graffiata?
-          No-o… no!
-          E allora fami vedè che c’hai
-          Noooooo
-          Fammi vedere!
(………)
-           Mmm… ah! Ecco che c’hai! C’è una caccola come una casa apposta ti fa male bisogna toglierla
-          Nooooo!!!!
-          Ma come no, dai, toglila
-          Ma con che?
-          Come con che? Col dito, infili il dito e la togli
-          Che schifo mamma!
-          Ma come che schifo?
-          Nooo no, io non la tolgo
-          Ok allora la tolgo io
-          Noooo… sigh… ahhh…
-          Ma via! Piangi per una caccola?
-          Mi fa maaaaaaale! Buahhh!
-          Opporca… senti amore mio, questa ora va tolta, se non la togliamo poi non respiri bene e ti continua a fare male il naso
-          Ahhhhh….No-oh-oh-ooooh
-          Dai su Cate, poche storie, mamma fa piano, giuro… se tu stessi ferma io potrei… con le pinzette…
-          AAAAAHHHHH
-          Che è???!!!
-          Le pinzette nooooo!!!! Buah!
-          Mannaggia! Ok non facciamoci prendere dal panico. Prendo questo…vedi? Un cotton fioc e lo bagno, queste cose non si fanno eh… capito? Non si fa sta cosa da soli ok?
-          Uhm…Uhm…si…
-          Ovvia, ora smetti di piange , respira, tira su il naso, qui sotto la luce e ora ferma eh, fermissima
(…….)
-          Ah-Ah! Eccola la stronz… ammazza che bestia!
-          Che bestia?
-          No dicevo… che caccolona guarda…. Pare na breccola!
-          Ah! Ah! Mamma! C’avevo una breccola nel naso! Ora non mi fa più male!!!! Grazie mamma!!! Grazie!

E anche oggi… ho salvato il mondo...... Dalle caccole. :D

L’anarchia della secondogenita

Ehi tu, secondogenita, senti un po’… Tu che vaghi per la casa blaterando nella tua strana lingua gutturale, che non ascolti nessuno. Tu che “no” lo sai dire benissimo ma quando lo dicono a te magicamente ne dimentichi il significato. Tu, lavativa fino al midollo, tu che se ti chiediamo che fine fanno le cose che alla zitta fai sparire alzi le spalle e dici “boh”. Tu che ti getti addosso a tua sorella mentre guarda i cartoni animati come un domatore che mette la testa dentro le fauci del leone, tu che se tua sorella si avvicina sei capace di buttarti a terra e piangere quando è ancora a un metro di distanza. Tu, secondogenita, Gran Dama, anarchica fino al midollo, che te ne sbatti delle regole e delle convenzioni. Tu col fisico di un panzerotto con i piedi ti aggiri furtiva e silenziosa che neanche un furetto. Tu, che getti le braccia al collo al Prof chiamandolo “mamma” con gli occhi pieni d’amore e poi guardi me con aria di sufficienza biascicando un “babbo” poco convinto, questa è anarchia, ricordatelo. 

16 Novembre 2014

Cate, PiccolaPeste, terremoto di casa, tu che quando parli tremano i piatti e quando urli spacchi i bicchieri. Tu che già nella pancia non stavi mai ferma. Tu che appena nata hai fatto vedere subito tutta la tua energia, tu che non dormivi neanche a sedarti, che nelle foto hai piedi sempre così sfocati che sembra tu ne abbia quattro. Tu che a sei mesi hai detto le tue prime parole “mamma e babba” insieme, quasi a non voler fare torto a nessuno, tu che a 18 mesi facevi delle arringhe che neanche un pubblico ministero. Tu che non ti fermi neanche con la febbre a 40°, che non sei stanca neanche dopo aver corso i 400 metri o sciato un intero pomeriggio. Tu dura e imperturbabile ma tenera e dolce come una frolla al tempo stesso. Tu che i tuoi 5 anni li hai vissuti intensamente, esaltandoti ed entusiasmandoti per tutto, a te io auguro che almeno i prossimi 50 siano invasi dallo stesso entusiasmo e dalla stessa voglia di vivere. Ti auguro di guardare alla vita sempre con questo stesso stupore, di essere sempre attiva, decisa ma tenera, di mantenere la tua faccia tosta e la tua curiosità. Ti auguro di rimanere un fiume in piena, un’energia trascinante. Fai tesoro di tutte le emozioni, vivile a fondo, come adesso, piangi e ridi tantissimo, fortissimo, perché ti servirà, perché crescendo ti sarà sempre di più richiesto di appiattirti, di uniformarti… non farlo mai. Pensa fuori dagli schemi, pensa con la tua testa, pensa come se avessi sempre 5 anni. Non trattenere il pianto, non trattenere il riso, non girarti se vedi qualcosa che non va, domandati invece il perché, sii curiosa, sii generosa e sii sempre te stessa.   

Vita col Prof – La lesa maestà


-          Meli non ho autorità
-          Ma che dici?
-          No davvero… non ho autorità con Caterina, non mi rispetta
-          Ma non dire stronzate scemenze! Ti rispetta eccome.
-          Ti dico di no, l’altra sera mentre cambiavi Annalisa mi ha detto “babbo si arrabbierà la mamma se mangio una cioccolata?” e io “non la devi mangiare perché ti fa male, mi arrabbio io” e lei “si vabbè babbo… ma la mamma? Si arrabbierà?” cioè… m’ha proprio ignorato…
-          Si vabbè dai retta a lei… ma poi la cioccolata l’ha mangiata?
-          No
-          E allora! Hai visto che ce l’hai l’autorità!
-          Gli ho detto che ti saresti arrabbiata e parecchio
-          Ah.

martedì 11 novembre 2014

Arguta la ragazza! :D

- Mamma che film è quello?
- Boh... Vediamo... "I guardiani della galassia"
- Galasssssia.... La galassia è un pianeta?
- No la galassia è formata da tanti pianeti e tante stelle
- Il sole è una stella?
- Si
- Me l'ha detto babbo... e la galassia è tante stelle come il sole?
- Sì tante stelle e tanti pianeti lontanissimi
- Mmmm.... e quanti sono questi guardiani?
- Eh non lo so, vediamo, saranno questi del manifesto, contiamoli. 1, 2, 3, 4 e 5! Sono 5.
- Mmm... mamma
- Eh
- Un po' pochini per tutto quello spazio... vero?

( 0_0 Urca! Che spirito d'osservazione! :D)

lunedì 10 novembre 2014

Dove andiamo stasera?

Uno dei ricordi più cari che ho della PiccolaPeste riguarda una sera in cui, entrando nella sua cameretta per la consueta favola della buonanotte, la trovai a sedere con il libricino de “Il principe schiaccianoci” aperto davanti che recitava “Era la vigilia di Natale e a casa di Clara si preparava la festa…” avrà avuto due anni e mezzo forse tre e sembrava proprio che stesse leggendo, in realtà aveva imparato l’inizio della storia a memoria parola per parola perché ogni sera lei sceglieva quella storia, ed ogni sera io gliela leggevo, ed ogni sera lei entrava nel mondo di Clara, nel mondo in cui schiaccianoci e i giocattoli prendevano vita la notte di Natale, dove lui lottava col re dei topi e lei diventava una bellissima principessa, lei era lì, con Clara. Perché è questo che fanno i libri, ti trasportano dentro una storia e ti permettono di immaginarla. Fin da piccola ho amato i libri per come mi facevano sentire: libera. Ogni sera potevo essere chi volevo, Achab alla disperata ricerca di Moby Dick o Re Artù in battaglia con i suoi cavalieri e potevo andare dove volevo, in una lussureggiante e calda isola caraibica con la mia nave pirata o persino sulla luna a bordo di una strampalata astronave lanciata da un obice. Ogni sera mi sdraiavo sul letto e mi chiedevo: dove vuoi andare stasera? Chi vuoi essere? Aprivo un libro e iniziavo il viaggio. Adesso ogni sera quella stessa domanda la pongo a mia figlia: dove vuoi andare stasera Cate? Chi vuoi essere? E lei va nella sua piccola libreria e sceglie, poi si mette sotto le coperte e io inizio a leggere, a volte vuole vedere con me le figure, altre volte mi corregge o mi anticipa perché una frase gli piace e la vuole dire lei, altre volte chiude gli occhi e si lascia portare lontano dalla storia, ed è così che da sempre lei si addormenta. Ed è questo il mio piccolo regalo per lei, se davvero si può tramandare una cosa da madre a figlia io spero che sia l’amore per la lettura. Questo post partecipa al blogstorming

venerdì 7 novembre 2014

Non un post politico...una riflessione

Cara Italia,
ti scrivo queste due righe perchè da qualche tempo ci siamo perse di vista, ti sento lontana come non mai, ti sento vittima e complice di 1000 luoghi comuni che ho sempre odiato. Sempre più spesso ultimamente sento il tuo nome vicino a parole che non mi piacciono come default, bancarotta, baratro, ingiustizia, "cose fatte all'italiana" o ancora "eh questa è l'Italia..." e sono preoccupata per te. Sai che sono sempre stata una tua fan, ho sempre pensato che tu fossi il paese più bello del mondo. Ho sempre pensato di essere una privilegiata per il solo fatto di essere nata in una delle culle della cultura mondiale, in un paese geograficamente ricco di biodiversità, in un bacino, quello mediterraneo, baciato dal sole, in un posto dove il cibo è una continua esplosione di sapori, dove il paesaggio e l'arte riempiono cuore e occhi fino a farli scoppiare. Purtroppo però ultimamente si affaccia sempre più spesso nella mia testa il pensiero che altrove si possa stare meglio, non nel mio cuore, nella mia mente, perchè a volte bisogna anche ragionare con la testa. Mi trovo a pensarlo quando vedo quanto in basso siamo caduti, a quante piccole ingiustizie ogni giorno siamo stati abituati ad alzare le spalle, come se fosse normale, quante cose, sbagliate, ci fanno venire il mal di pancia ma che poi, per andare avanti, siamo costretti ad ingoiare un malox e buttarcele dietro alle spalle e a volte mi chiedo: ma perchè? Per chi? Perchè alzare le spalle ad un dottore che non risponde volutamente al telefono, ad un responsabile della sicurezza che non vigila, ad una maestra che si appella ad un regolamento unilaterale quando noi mamme passiamo sopra al fatto che loro NON fanno il loro lavoro? Perchè?Come siamo arrivati ad abituarci a queste cose? Ai governi che governano senza che nessuno li abbia votati? Perchè non ci stupisce che siano altro stati a decidere i Nostri capi di stato? Quando gli Stati Uniti sceglievano i capi di stato per gli stati sudamericani si parlava di dittatura, perchè se la Germania impone a noi un leader si parla di stabilità? Tante cose non capisco di te Italia ma so che il mio immenso amore per te e il mio orgoglio di essere italiana stanno lentamente diminuendo e mi dispiace.    

mercoledì 29 ottobre 2014

Alla GranDama non rompetegli le scatole

- Prof ti sei accorto di questo graffio?
- Eh eh... l'hai visto sì! (con orgoglio...)
- Che avrà fatto?
- Eh... devi sapere che la GranDama oggi s'è picchiata, al nido.
- Come s'è picchiata? Che vuol dire s'è picchiata?
- Quando sono andato a prenderla la maestra mi ha detto che si sono picchiate lei e un'altra bimba.
- Ma perchè? Insomma... come è successo?
- Ma niente.... GranDama era lì con una bambolina che giocava, è arrivata questa bimba e gliel'ha tolta di mano e lei non ha fatto nè tre nè quattro, senza piange nè niente ha preso e gli sè avventata
- Che significa gli s'è avventata?
- Che ha cominciato a picchiarla, l'altra s'è difesa e poi le maestre le hanno divise, una lite insomma, in piena regola
- Ah... E tu ne sei soddisfatto?
- Che ti devo dire... prima imparano a non rompergli le scatole e meglio è.

lunedì 27 ottobre 2014

A come Abbraccio

PiccolaPeste non è notoriamente una tenerona, è una di quelle bambine che alla domanda "Mi dai un bacino?" o "Dai un bacino a nonna/a zia/a chivipare" risponde "no" senza neanche tergiversare un po', di quelle che guai a toccargli la testa in modo affettuoso o fargli un versetto. Questo non significa però che non sia una bambina sensibile, anzi, la sua è una sensibilità profonda, nascosta da un carattere ruvido e indipendente. Ci sono dei momenti però in cui la sua corazza si incrina, momenti in cui gli occhi le si riempiono di lacrime, allora abbassa lo sguardo, spera di non essere vista, si nasconde e da sfogo ai suoi sentimenti. Ieri sera stava guardando un cartone "Daniel Tiger" niente di che... era ora di andare a letto e così mi sono avvicinata per accompagnarla al bagno a mettere il pigiama e ho visto gli occhi lucidi.
- Cate amore che c'è? Piangi?
- No...
(Lacrima che rotola...)
- Amore piangi, ti sei fatta male? Ti fa male qualcosa?
- No mamma, non sono lacrime di male
- Sono lacrime di tristezza? Sei triste?
- Uhh Uhh... No...
(si divincola... c'ho preso...)
- Senti che facciamo ora andiamo al bagno, ci laviamo, ci mettiamo il pigiama e tu piangi, ti sfoghi e poi mi dici cos'è che t'ha fatto piangere ok?
- No
(conoscendola lo prendo per un sì...)
- Allora cos'è che ti ha fatto diventare triste?
- Daniel Tiger
- Che gli è successo? Si è fatto male?
- Noooo! Non è una cosa di male ho detto!
- Allora gli è capitato qualcosa di brutto?
- Indovina...
- Forse si è perso e non trovava più la mamma?
- No
- Ha litigato con un suo amichetto?
- No non è una cosa brutta! E' una cosa che mi fa piangere!
(svariate ipotesi dopo...)
- Dammi un aiuto Cate...
- Inizia con la A.... come Abbraccio
- Ma gli abbracci sono belli
- No (ri-pianto) il suo babbo... l'ha abbracciato... ha abbracciato Daniel
- Ahhh ho capito (in realtà no....) ti ha fatto piangere che Daniel e il suo babbo si siano abbracciati!
- Sì
- Forse vuoi che anche babbo ti abbracci, come il babbo di Daniel?
- NO!
(lo prendo per un sì)
- Ok andiamo a letto...
Stamani il Prof è andato a svegliarla e questo è quello che ho sentito:
(risate)
- Noooo! Babbo!!! Ti ho detto vai via! (risate) Non mi abbracciare!(grandissime risate)Ho detto NO!

Lo prendo per un si?

venerdì 24 ottobre 2014

Passerà

È sempre stata uno scricciolo, ma adesso a vederla lì in quella grande stanza, sola, sembra ancora più piccola. Sua figlia è nel tappeto e gioca, serena e un po’ annoiata come tutti i bambini in quel tempo che precede la routine serale. Parla tormentando il laccio del cappuccio della felpa che indossa, il tono è neutro, fin troppo tranquillo, ma quel laccio e la voce che ogni tanto si incrina fanno capire chiaramente che quello è il tono che ha deciso di assumere, la maschera che ha deciso di indossare. Posso leggere benissimo oltre quella maschera perché è la maschera che almeno una volta nella vita, ognuno di noi ha indossato, la maschera della normalità. Una maschera dietro la quale si nasconde a seconda dei casi:  disperazione, sconforto, delusione, amarezza. Ma è quella maschera che ci permette di andare avanti, se non la indossassimo molto probabilmente cadremo vittime dei nostri sentimenti. Mentre parla vorrei fare qualcosa, vorrei dire qualcosa, non ci riesco. Posso solo ascoltare. Ascoltare come i sogni, i progetti, le certezze possono sgretolarsi come terra sotto i nostri piedi, sotto i piedi di ognuno di noi, anche di chi pensa “a me non può succedere” “a noi non succederà”. Invece succede. E non c’è niente di male, niente di così sbagliato, niente di così irrimediabile. Ma fa male comunque. E il dolore si percepisce, è ovunque, ti entra dentro e vorresti dirle che passerà, perché lo sai che passerà. Ma sei impotente, sopraffatta, come spesso accade, più dal dolore delle persone a cui vuoi bene che dal tuo, che a volte le cose sono più chiare viste da fuori ma altre no e ti colpiscono come un pugno in faccia e puoi solo restare in silenzio, ad ascoltarla, perché lo sapete entrambe che passerà.

mercoledì 15 ottobre 2014

Habemus dente...

GranDama, piccola di casa. Tu che hai sfatato tutti i luoghi comuni sui secondogeniti. Tu che fino ad 1 anno, cioè fino al 27 settembre scorso, non parlavi, non camminavi, non avevi neanche un dente in bocca. Tu che non volevi crescere se non nell'altezza e nel peso. Tu, che un sorriso vale più di 1000 parole. Tu che gattonando potevi arrivare sulla luna. Tu che riuscivi a mangiare gli spaghetti al pesto, il pollo arrosto e la bruschetta, usando solo le gengive. GranDama, piccola di casa. Tu che compiuto 1 anno è come se un interruttore invisibile fosse stato sbloccato. Tu che dapprima ti sei messa in piedi, poi hai mosso qualche timido passo, fino ad avere la quasi completa padronanza dei tuoi organi inferiori. Tu, che senza pianti, senza grida, ma con una quantità di cacca da far paura ad un elefante ed un sedere rosso da far invidia a un macaco, hai preannunciato l'arrivo del tuo primo dentino. Tu che adesso oltre a "Tata" (tua sorella) dici anche "Dadà" (per chiamare babbo), "Tello" (quando vuoi qualcosa) e "Nello" (il gatto di casa). GranDama, piccola di casa, che mi hai fatto ricredere sui neonati, io che credevo fossero tutte creature isteriche ed urlanti, io che già immaginavo notti insonni, Km percorsi in carrozzina, pappe buttate nel lavello. Tu che mi hai regalato un anno di sorrisi, di riposini beati con le tue guance paffute, di piatti spazzolati con solerzia. Tu che mi hai dato la possibilità di riscattarmi come mamma, io che tua sorella non vedevo l'ora che compisse un anno, io che adesso ripenso a questo anno con infinita tenerezza e già un po' di nostalgia.  

venerdì 10 ottobre 2014

Giornata delle Bandiere Arancioni



L'Italia è unica e meravigliosa, a renderla unica e meravigliosa è la varietà, varietà di cibo, di linguaggio, di geografia e la varietà della sua storia e dei suoi abitanti. Questa varietà si riflette nei suoi borghi. Io voglio celebrare quelli a me più vicini con questa sequenza di foto.

Nuovi status symbol mammeschi... se non hai l'asciugatrice non sei nessuno

Mammaparco1 - Ciao! Guarda ti saluto che devo svuotare l'asciugatrice sennò poi hai visto come diventano...
Mela - No... come?
Mammaparco2 - Sì dai... se non li togli e li pieghi subito si pigiano, poi tocca stirarli
Mela - Ah...
Mammaparco1 - Non mi dire che tu ancora stiri?
Mela - Ma veramente io non stiro e non asciugo... stendo e poi...
Mammaparco1 e 2 in coro (inorridite) - Stendi??? Come non hai l'asciugatrice?
Mela - No
Mammaparco1 - Beh per Natale sai cosa farti regalare
Mela - No è che non la voglio
Mammaparco2 - Non la vuoi??? Come sarebbe che non la vuoi? Ma la devi volere! Cioè... hai due figlie piccole... come fai?
Mela - Eh faccio... come sempre, lavo, poi stendo e poi...
Mammaparco2 - Ma stiamo in montagna! Se piove?
Mammaparco1 - Se nevica?
Mammaparco2 - I panni stesi ovunque...
Mammaparco1 - Mio Dio!!! L'odore di panni bagnati per casa...
Mammaparco2 - I termosifoni invasi...
Mela - Ma no, basta guardare il meteo, stendo quando c'è il sole o il vento e poi faccio meno lavatrici
Mammaparco1 - No no non esiste, fammi andare... ciao
Mammaparco2 - No guarda se la provi non puoi farne più a meno
Mela - Mah non so... è che a me il bucato steso fuori piace, sai quando lo ritiri e profuma di fresco... in fondo stiamo in montagna, posso capire in città ma da noi...
Mammaparco2 - No, non puoi essere una romantica così, hai due figlie piccole, praticità ci vuole!
Mela - Eh ma...
Mammaparco2 - Niente ma.

Morale della favola: se sei mamma DEVI avere l'asciugatrice :D

giovedì 9 ottobre 2014

Ancora iniziative in primo piano!

trenonatura-crete1

Il treno natura e il Monte Amiata, per info leggete qui.

martedì 7 ottobre 2014

PiccolaPeste sorella maggiore

- Mamma
- Sì tesoro dimmi
- Mamma, lo sai che io ad Annalisa voglio un sacco bene
- Beh certo... vorrei vedere è tua sorella
- Mamma ma io gli voglio proprio bene
(.....)
- Gli voglio bene come... come se fossi la sua mamma!


Mia nonna

Lei è seduta sulla sedia, ha gli occhi chiusi, le mani in grembo, la testa reclinata sul lato. Ormai da qualche mese la sua posizione preferita è questa, seduta. Lei che a sedere non ce la mettevi nemmeno se la legavi. Adesso sta seduta. E anche se non ha gli occhi chiusi è come se non ti vedesse, un velo le è sceso sugli occhi e ti guarda, ma non ti vede, certi momenti pensi: adesso mi ha vista, adesso dirà qualcosa che ha un senso e ci faremo due risate, buttandoci tutto alle spalle. Ma lei non ti vede, ti fissa, ti fa un sorriso, ma non ti vede e continua a guardarsi le mani o a lisciare la vestaglia. Sembra spenta, anche i suoi capelli sembrano spenti, quei capelli che erano sempre perfettamente in piega, sempre lucidi, sempre profumati, adesso sono spenti, come i suoi occhi. Lei è mia nonna, la mia nonnina, la mia forza. Vederla così mi fa male. Così immagino che dietro a quegli occhi chiusi lei sia già in un mondo bellissimo, dove lei è giovane e circondata dalle persone che sempre ricerca ultimamente, suo marito, suo fratello, i suoi genitori, suo nonno. Immagino che quando mi guarda senza vedermi e mi sorride, vede una sua amica d’infanzia e mi sorride con quei sorrisi carichi di speranza e ingenuità che solo la gioventù può. Non voglio pensare che sta morendo, voglio pensare che sta tornando dove è stata felice. E non mi importa se vuole mangiare la pasta col coltello e non gli riesce, se si mette la giacca al contrario o se insiste nel volersi infilare le scarpe di Caterina, non mi importa. Lei è mia nonna.

lunedì 6 ottobre 2014

Jobs

"A tutti i folli. I solitari. I ribelli. Quelli che non si adattano. Quelli che non ci stanno. Quelli che sembrano sempre fuori luogo. Quelli che vedono le cose in modo differente. Quelli che non si adattano alle regole. E non hanno rispetto per lo status quo. Potete essere d'accordo con loro o non essere d'accordo. Li potete glorificare o diffamare. L'unica cosa che non potete fare è ignorarli. Perché cambiano le cose. Spingono la razza umana in avanti. E mentre qualcuno li considera dei folli, noi li consideriamo dei geni. Perché le persone che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo sono coloro che lo cambiano davvero."

Ieri sera il film... Appena possibile il libro... 

venerdì 3 ottobre 2014

A volte ritornano... (nel lettone :))

E' l'una di notte e nel silenzio della casa un "mamma" sussurrato con una voce più tremolante del solito mi fa alzare di botto. Lei è lì nel suo lettino avvolta nel piumone, gli occhi lucidi. Non so se ha fatto un brutto sogno o cosa, non mi interessa neanche, mentre l'abbraccio lei mi indica la porta, capisco, le dico "vieni con mamma". Ci infiliamo nel lettone, l'abbraccio, piano piano sento che si rilassa, il respiro si fa regolare, ha ripreso a dormire, accanto a me come non succedeva da tanto, troppo tempo. Mi addormento anch'io, felice, l'ultimo pensiero è: sì è vero sta proprio crescendo... ma intanto.

giovedì 2 ottobre 2014

Mela 2.1

C’è aria di cambiamento nelle “stanze della Mela”… C’è voglia di leggerezza. Di prati verdi e cieli azzurri. C’è voglia di parlare di cose belle. C’è voglia di poesia e di immagini. C’è voglia di tornare a sognare con occhi nuovi quelli dei bambini perché…


Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre eternamente costretti a spiegar loro le cose.” 
(Antoine de Saint Exuperie) 

mercoledì 25 giugno 2014

Quasi 9 mesi...

Gran Dama, piccola di casa, che guardi tutti dall'alto dei tuoi 70cm per quasi 8Kg di ciccia per lo più concentrata su cosce e guance. Tu, che dispensi sorrisi e grida con la tua boccuccia sdentata. Tu che i luoghi comuni li hai sfatati tutti... "il secondo figlio vedrai nascerà prima e in fretta" sei nata 4 giorni dopo e mi hai fatto patì più di tua sorella, "i secondi sono più tremendi però sono più svegli, imparano prima perchè guardano i fratelli" sei un angelo di bontà, hai sempre mangiato e dormito ma tua sorella a 6 mesi parlava e gattonava, tu a 9 inizi a gattonare e dici solo TATA.
Gran Dama, piccola di casa, che quando vedi tua sorella ti illumini tutta, guance comprese, che vedervi insieme è un piacere per gli occhi e per il cuore. Gran Dama, a volte è dura essere bi-mamme, ma tu mi hai reso le cose più facili, ci hai reso migliori, anche la PiccolaPeste è meno peste da quando ci sei tu. Gran Dama hai quasi 9 mesi e di te ho scritto poco, ho parlato poco, mi sono vantata e lamentata pochissimo, eppure sei cresciuta lo stesso, senza ansie, senza paranoie, senza clamore. Ogni giorno ti sei conquistata il nostro amore, le nostre attenzioni, sei diventata il fulcro inconsapevole intorno al quale ruotiamo e non hai arricchito solo noi ma anche e soprattutto tua sorella, che è e rimane il primo sole del nostro piccolo universo. Grazie piccolina. 

martedì 25 febbraio 2014

Libri che ho letto

E' da un po' che non scrivo di libri, eppure ne ho letti diversi in questi mesi, non sapendo da dove cominciare ho cercato nei miei tag Libri e ho visto che l'ultimo di cui ho parlato è stato "Open" di Andrè Agassi. Ora è vero che quel libro mi ha lasciato veramente qualcosa dentro, non fosse per le innumerevoli citazioni tennistiche che finalmente posso vantare col Prof, ma è anche vero che ho letto Steinbeck! Cioè... Steinbeck mica miciomiciobaubau... Cominciamo quindi:
- John Steinbeck, "I pascoli del cielo" e "Furore". Beh, l'idea di leggere Steinbeck mi è venuta perchè è già da tempo che sogno un viaggio negli States e io quando sogno un posto da visitare devo necessariamente prima assorbirne la cultura, o almeno, ci provo, da qui il mio recente amore per gli scrittori statunitensi. Di Roth ho già scritto e anche del mio adorato Franzen, e con loro diciamo che l'east cost più o meno era coperta. Con Steinbeck mi sono spostata nel west.
Ne "I pascoli del cielo" il protagonista principale è il luogo, la valle dove si svolgono le storie del romanzo, un posto così bello da essere paragonato appunto ai pascoli del cielo. Un posto così bello e perfetto che solo l'uomo lo può imputridire con le sue bugie, inganni, invidie e miserie.
"Furore" invece è la storia di una famiglia, i Joad, che compiono un'inverosimile migrazione dall'Oklahoma alla California in cerca di una vita migliore. Ai Joad s'intrecciano le storie di altre centinaia di famiglie che compiono questo viaggio verso una terra promessa che si rivelerà invece una terra ostile e carica di odio, in cui fermenta appunto il furore.
Devo dire che Steinbeck è stata una vera e propria scoperta, era dai tempi di "Notre Dame de Paris" di Victor Hugo che non mi emozionavo tanto nel leggere una storia del passato come se stesse accadendo adesso, ai giorni nostri, "Furore" potrebbe essere stato scritto adesso, non tanto per la storia, per i concetti che esprime, per come riesce a far uscire dalle pagine i sentimenti, il Furore in questo caso, sentite cosa dice:
« E gli occhi dei poveri riflettono, con la tristezza della sconfitta, un crescente furore. Nei cuori degli umili maturano i frutti del furore e s'avvicina l'epoca della vendemmia. ». Adoro Steinbeck, adoro questo suo alternare la storia della famiglia Joad con la storia degli stati uniti e di un particolare momento storico, adoro il modo in cui i sentimenti, il furore, la fame, la vergogna, diventano personaggi del libro e riescono ad uscire dalle pagine. Lo adoro, sicuramente è un libro che merita di essere letto.
- Richard Yates "Revolutionary Road". Con Yates si ritorna sulla east coast e si ritorna nella middle class americana in pieno boom consumistico. Una giovane coppia che all'apparenza ha tutto, una bella casa pulita e ordinata, due meravigliosi bambini, un lavoro ben retribuito nella city per lui, una tranquilla vita da casalinga per lei, ma la tragedia è dietro l'angolo se questo non è ciò che entrambi vogliono, ma April e Frank Wheeler vogliono sul serio le stesse cose e soprattutto vogliono sul serio questa vita perfetta? Quando gli eventi li porteranno a rifletterci sarà l'inizio della loro fine, una lenta agonia, il lento sgretolarsi di un sogno e di una vita che è solo apparenza, come fumo gettato negli occhi di chi li osserva, anche la loro vita verrà spazzata via in un soffio.
E per oggi direi che può bastare. Buone letture.

domenica 16 febbraio 2014

Domenica mattina

Innanzitutto partiamo dalle coordinate: l'anno nuovo è cominciato, il primo mese del quale è già finito, la seconda settimana del secondo mese finisce oggi, la PiccolaPeste ha sempre 4 anni, la GranDama 4 mesi e io e il Prof abbiamo festeggiato il nostro settimo S.Valentino. Ecco. Mi so ri-collocata. Ogni tanto nella vita bisogna sapere dove siamo, specie se negli ultimi mesi siamo stati passati dentro la centrifuga della lavatrice. Sì la vita con due bimbe è frenetica, impegnativa e altri luoghi comuni che ormai sono triti e ritriti in qualsiasi blog di genitori che si rispetti, in realtà e ve lo dico in un'orecchia "io sono felice" sssshhh, ditelo piano e voi scordatevene subito perchè come diceva il grande Truffaut "la felicità si racconta male perchè non ha parole, ma si consuma e nessuno se ne accorge". Sì sono giorni densi come marmellata di fichi la altrettanto dolci, la PiccolaPeste sta imparando a sciare e se non m'inganno abbiamo trovato il suo vero talento, no, non lo sci, lo sport, tra la ginnastica artistica e lo sci la mia piccola atleta nonchè instancabile fanciulla fin dall'età dei gattonamenti ha trovato finalmente la sua valvola di sfogo e noi con lei. La GranDama cresce e dispensa sorrisi come solo una Dama d'altri tempi, calma e appagata nella sua sdraietta sa fare con i suoi sudditi.
Io e il Prof ci intravediamo appena tra il lavoro e gli impegni quotidiani e abbiamo giusto il tempo di un rapido bacio sul divano quando le piccole dormono per poi crollare esausti, ma la luce che ancora abbiamo negli occhi quando ci guardiamo mi fa sperare che presto i rapidi baci muteranno in qualcos'altro e torneremo anche noi alla normalità e il ciclo "centrifuga" finirà così come è iniziato. Io da parte mia sono tornata ad essere una divoratrice di libri e una sognatrice, presto vi parlerò dei libri che mi hanno tenuto compagnia in questi mesi, ma non stamani, stamani era solamente per fare il punto, per capire dov'ero chè ogni tanto bisogna fermarsi un attimo per capirlo. Buona domenica a tutti :)