venerdì 24 ottobre 2014

Passerà

È sempre stata uno scricciolo, ma adesso a vederla lì in quella grande stanza, sola, sembra ancora più piccola. Sua figlia è nel tappeto e gioca, serena e un po’ annoiata come tutti i bambini in quel tempo che precede la routine serale. Parla tormentando il laccio del cappuccio della felpa che indossa, il tono è neutro, fin troppo tranquillo, ma quel laccio e la voce che ogni tanto si incrina fanno capire chiaramente che quello è il tono che ha deciso di assumere, la maschera che ha deciso di indossare. Posso leggere benissimo oltre quella maschera perché è la maschera che almeno una volta nella vita, ognuno di noi ha indossato, la maschera della normalità. Una maschera dietro la quale si nasconde a seconda dei casi:  disperazione, sconforto, delusione, amarezza. Ma è quella maschera che ci permette di andare avanti, se non la indossassimo molto probabilmente cadremo vittime dei nostri sentimenti. Mentre parla vorrei fare qualcosa, vorrei dire qualcosa, non ci riesco. Posso solo ascoltare. Ascoltare come i sogni, i progetti, le certezze possono sgretolarsi come terra sotto i nostri piedi, sotto i piedi di ognuno di noi, anche di chi pensa “a me non può succedere” “a noi non succederà”. Invece succede. E non c’è niente di male, niente di così sbagliato, niente di così irrimediabile. Ma fa male comunque. E il dolore si percepisce, è ovunque, ti entra dentro e vorresti dirle che passerà, perché lo sai che passerà. Ma sei impotente, sopraffatta, come spesso accade, più dal dolore delle persone a cui vuoi bene che dal tuo, che a volte le cose sono più chiare viste da fuori ma altre no e ti colpiscono come un pugno in faccia e puoi solo restare in silenzio, ad ascoltarla, perché lo sapete entrambe che passerà.

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