mercoledì 23 marzo 2016

Secondogenita… lo stupore della naturalità!

Cara GranDama,

quando nasci seconda non stupisci più nessuno, diciamocelo. Un’altra prima di te ha già generato stupore…

"Oddio il dentino!" "Oddio ha detto mamma!" "Oddio sta cam-mi-nan-do!!!"

"Come dici? GranDama ti ha morso? Sì… effettivamente è un dente!" "Ha detto pappa? Ah ok a fame… come dici? La prima parola? Ma non aveva detto babba l’altro ieri?" " Vieni dai su, brava, ok cammina"

Diciamocelo, quando nasci seconda è già stato detto tutto, già fatto tutto. Eppure…

Eppure GranDama qualcosa in te ci stupisce sempre, non è lo stupore tronfio da genitore orgoglioso che spunta un’altra crocetta nella lista dei progressi, è lo stupore della naturalità. La naturalezza con cui fai le cose mi lascia sempre sbalordita. Tu, che non hai scartato la tua prima scatola di Lego con mamma e babbo accanto che ti guidavano nell’incastro dei mattoncini, un giorno ti sei seduta al tavolino di cameretta e hai cominciato ad impilare, silenziosamente, precisamente, ininterrottamente, come se non avessi mai fatto altro. Tu, che l’altro giorno ti ho lasciato un attimo da sola e quando torno stavi facendo i puzzle sul tablet di tua sorella e che quando ti ho chiesto cosa fai, candidamente hai risposto "gioco co tabbet" e hai continuato tranquilla a trascinare e posizionare immagini con la tua calma e precisione, senza che io mi riuscissi a dare una spiegazione di come tu, con la tua naturalezza, abbia potuto prendere il tablet, accenderlo e accedere al gioco da sola, nel tempo di una pipì…

lunedì 21 marzo 2016

La teoria della Felicità

Oggi ho saputo che il 20 Marzo, cioè ieri, era la giornata mondiale della felicità. Bello. Ma un po’ limitante… non vi pare? Cioè bello celebrare il concetto di felicità ma davvero serve una giornata all’anno per ricordarcelo? Insomma io sono un’ottimista cronica e il pensiero di dedicare una giornata a "pensare a come essere felici" mi intristisce…

Quello che voglio dire è che la felicità dovrebbe essere parte di noi, non dovremmo "ricordarcene" ogni tanto come pagare l’assicurazione dell’auto "toh! Mi scade l’assicurazione! Devo ricordarmi di prelevare e passare a pagarla entro questa settimana!", no no no, non può essere vero che una persona debba ricordarsi di gioire, tenere un giornale per appuntarsi cose belle di cui essere grati ogni giorno (lo cito perché vedo che va molto di moda ultimamente…) e cose del genere. Possibile che non riusciamo più nemmeno a essere felici spontaneamente invece che "a comando"?

Lo dico un po’ a mo di provocazione perché vorrei che un sentimento bello come la felicità non venisse imbrigliato in tutta una serie di comportamenti ma che fosse libero. Libero dagli stereotipi di ciò che rende felice secondo i più. Libero dalle to do list della felicità, dai manuali semplici e dai consigli spiccioli. Felicità = libertà. Almeno in ciò che mi rende felice voglio essere libera!

mercoledì 9 marzo 2016

Aspettando Franzen

Da bambina adoravo i libri, li adoravo nel senso che li veneravo proprio, li annusavo, li allisciavo, passavo ore a guardare le illustrazioni a leggere quelle parole difficili, a cercarne il significato nel vocabolario. Da adolescente ero una patita di storie horror, fantasy e di fantascienza ma del resto, chi non lo è a quell’età, la lettura mi portava in un’altra dimensione, quando leggevo staccavo il filo con la realtà e chi s’è visto s’è visto. Durante gli anni dell’università sono stata una lettrice compulsiva, ho letto di tutto (e quando dico di tutto intendo proprio DI TUTTO!) e ovunque, sul treno, in autobus, mentre aspettavo tra una lezione e l’altra, in tenda, in ostello, a casa di amici, ovunque, a volte dopo lezione entravo nella Feltrinelli di Corso Italia a Pisa (chissà se c’è ancora?) e aspettavo lì l’ora di cena, in quel tepore ovattato, leggevo cose veloci, oppure le quarte di copertina, i soldi erano pochi ma se arrivavo a fine mese con qualcosa che avanzava dall’affitto e dalle bollette potete star certi che lo spendevo lì. Poi sono diventata una lettrice "razionale" nel senso che se trovavo un argomento o un autore che mi piaceva finivo per leggere tutto sull’argomento e tutto di quell’autore, ho letto per tipologia, ad esempio autobiografie? Per un anno solo autobiografie; oppure libri di viaggi? Solo libri di viaggi… E così via. Adesso che il tempo per leggere si è ridotto notevolmente sono diventata selettiva. Riesco a capire se un libro mi piacerà quasi al volo, oppure se riesco a capire come andrà a finire il libro o anche semplicemente come si svilupperà la trama dalla quarta di copertina, allora niente evito proprio. A volte mi concedo un classico, a volte seguo un consiglio, raramente resto delusa. Oggi ho ordinato "Purity" di Jonathan Franzen e non vedo l’ora che arrivi e non vedo l’ora di cominciare a leggerlo. Voi che lettori siete? Come operate le vostre scelte? La cosa mi interessa molto.
 

mercoledì 2 marzo 2016

Vita col Prof.... I metallari

Sera a cena, spaghetti cozze e vongole del Prof.

PiccolaPeste - Babbo ma gli Airon Meiden la mangiano la pasta cozze e vongole?
Prof - Certo! A chili guarda... E ci mettono anche il peperoncino...
GranDama - Anche io Aionmmaide!
PiccolaPeste - Te babbo ce l'hai messo?
Prof - Certo! Una bella dose da metallaro.
GranDama - Lllaro!Uhm! Uhm!
PiccolaPeste - Anche io ce lo voglio allora!
Prof - Sei sicura?
PiccolaPeste - Sì babbo perché io sono una vera metallara e i metallari mangiano il peperoncino!
Prof - Così si fa!
GranDama - FA!!!! Viva!

martedì 1 marzo 2016

Zootropolis

Lo confesso. Ci sono dei cartoon per cui io e il Prof litighiamo su chi accompagna la PiccolaPeste a vederli. Zootropolis è uno di questi. Che vi devo dire i film Disney sono sempre una garanzia, a parte l’idea a dir poco geniale, di una città popolata da mammiferi "civilizzati" che si vestono, vanno a lavoro, guidano… ma la realizzazione!!! Ragazzi i disegnatori Disney sono veri artisti. E i contenuti? Quanto può essere attuale il tema della diversità e del preconcetto? Spostatelo nel mondo animale in modo che anche un bambino capisca che anche un predatore infido come una volpe può essere onesto e che anche una piccola coniglietta può essere piena di coraggio. Guardare oltre le diversità. Andare a fondo sulle cause che portano a certi comportamenti senza classificarli necessariamente come "legati alla razza". Questo è il messaggio. E vi assicuro che arriva.