martedì 11 novembre 2014

Arguta la ragazza! :D

- Mamma che film è quello?
- Boh... Vediamo... "I guardiani della galassia"
- Galasssssia.... La galassia è un pianeta?
- No la galassia è formata da tanti pianeti e tante stelle
- Il sole è una stella?
- Si
- Me l'ha detto babbo... e la galassia è tante stelle come il sole?
- Sì tante stelle e tanti pianeti lontanissimi
- Mmmm.... e quanti sono questi guardiani?
- Eh non lo so, vediamo, saranno questi del manifesto, contiamoli. 1, 2, 3, 4 e 5! Sono 5.
- Mmm... mamma
- Eh
- Un po' pochini per tutto quello spazio... vero?

( 0_0 Urca! Che spirito d'osservazione! :D)

lunedì 10 novembre 2014

Dove andiamo stasera?

Uno dei ricordi più cari che ho della PiccolaPeste riguarda una sera in cui, entrando nella sua cameretta per la consueta favola della buonanotte, la trovai a sedere con il libricino de “Il principe schiaccianoci” aperto davanti che recitava “Era la vigilia di Natale e a casa di Clara si preparava la festa…” avrà avuto due anni e mezzo forse tre e sembrava proprio che stesse leggendo, in realtà aveva imparato l’inizio della storia a memoria parola per parola perché ogni sera lei sceglieva quella storia, ed ogni sera io gliela leggevo, ed ogni sera lei entrava nel mondo di Clara, nel mondo in cui schiaccianoci e i giocattoli prendevano vita la notte di Natale, dove lui lottava col re dei topi e lei diventava una bellissima principessa, lei era lì, con Clara. Perché è questo che fanno i libri, ti trasportano dentro una storia e ti permettono di immaginarla. Fin da piccola ho amato i libri per come mi facevano sentire: libera. Ogni sera potevo essere chi volevo, Achab alla disperata ricerca di Moby Dick o Re Artù in battaglia con i suoi cavalieri e potevo andare dove volevo, in una lussureggiante e calda isola caraibica con la mia nave pirata o persino sulla luna a bordo di una strampalata astronave lanciata da un obice. Ogni sera mi sdraiavo sul letto e mi chiedevo: dove vuoi andare stasera? Chi vuoi essere? Aprivo un libro e iniziavo il viaggio. Adesso ogni sera quella stessa domanda la pongo a mia figlia: dove vuoi andare stasera Cate? Chi vuoi essere? E lei va nella sua piccola libreria e sceglie, poi si mette sotto le coperte e io inizio a leggere, a volte vuole vedere con me le figure, altre volte mi corregge o mi anticipa perché una frase gli piace e la vuole dire lei, altre volte chiude gli occhi e si lascia portare lontano dalla storia, ed è così che da sempre lei si addormenta. Ed è questo il mio piccolo regalo per lei, se davvero si può tramandare una cosa da madre a figlia io spero che sia l’amore per la lettura. Questo post partecipa al blogstorming

venerdì 7 novembre 2014

Non un post politico...una riflessione

Cara Italia,
ti scrivo queste due righe perchè da qualche tempo ci siamo perse di vista, ti sento lontana come non mai, ti sento vittima e complice di 1000 luoghi comuni che ho sempre odiato. Sempre più spesso ultimamente sento il tuo nome vicino a parole che non mi piacciono come default, bancarotta, baratro, ingiustizia, "cose fatte all'italiana" o ancora "eh questa è l'Italia..." e sono preoccupata per te. Sai che sono sempre stata una tua fan, ho sempre pensato che tu fossi il paese più bello del mondo. Ho sempre pensato di essere una privilegiata per il solo fatto di essere nata in una delle culle della cultura mondiale, in un paese geograficamente ricco di biodiversità, in un bacino, quello mediterraneo, baciato dal sole, in un posto dove il cibo è una continua esplosione di sapori, dove il paesaggio e l'arte riempiono cuore e occhi fino a farli scoppiare. Purtroppo però ultimamente si affaccia sempre più spesso nella mia testa il pensiero che altrove si possa stare meglio, non nel mio cuore, nella mia mente, perchè a volte bisogna anche ragionare con la testa. Mi trovo a pensarlo quando vedo quanto in basso siamo caduti, a quante piccole ingiustizie ogni giorno siamo stati abituati ad alzare le spalle, come se fosse normale, quante cose, sbagliate, ci fanno venire il mal di pancia ma che poi, per andare avanti, siamo costretti ad ingoiare un malox e buttarcele dietro alle spalle e a volte mi chiedo: ma perchè? Per chi? Perchè alzare le spalle ad un dottore che non risponde volutamente al telefono, ad un responsabile della sicurezza che non vigila, ad una maestra che si appella ad un regolamento unilaterale quando noi mamme passiamo sopra al fatto che loro NON fanno il loro lavoro? Perchè?Come siamo arrivati ad abituarci a queste cose? Ai governi che governano senza che nessuno li abbia votati? Perchè non ci stupisce che siano altro stati a decidere i Nostri capi di stato? Quando gli Stati Uniti sceglievano i capi di stato per gli stati sudamericani si parlava di dittatura, perchè se la Germania impone a noi un leader si parla di stabilità? Tante cose non capisco di te Italia ma so che il mio immenso amore per te e il mio orgoglio di essere italiana stanno lentamente diminuendo e mi dispiace.