lunedì 14 dicembre 2015

Sarà un gran Natale! (Ci sono tutte le premesse...)

Sono giorni densi questi. C'è sempre un sacco da fare, disfare, addobbare, costruire, portare...
PiccolaPeste e GranDama danno il meglio di sé ogni volta che si avvicina Natale.
Venerdì per esempio GranDama mi ha accompagnato alla UPIM a fare acquisti natalizi ed era così un piacere vederla girovagare fra gli scaffali pieni di giochi che l'ho lasciata fare... Si è ripresentata dopo 5 minuti con un pacco più grosso di lei (non so onestamente dove trovi tutta quella forza! Forse ha qualche gene mutante da formica nel DNA non so!) contenente un passeggino e ha sentenziato "Boglio quetto!", ho provato a dirle che i regali adesso non si comprano, che sarà Babbo Natale a portarli e bla bla... scena apocalittica quando l'ho rimesso a posto, si è rotolata per terra in lacrime al grido "Io Boooooglio!!!!". Al che mi sono avvicinata e le ho detto "Guarda che se tu fai così Babbo Natale ti vede e anche se tu lo vuoi non te lo porta perché sei birbona! Sta un po' attenta!" e sono andata via... Miracolo! Si è ricomposta e poi in piedi in mezzo alla UPIM sguardo al soffitto a cominciato "Babbo Natale! Mi senti? Io sono bava, no sono bibbona. Io boglio bambolina e pacceggino 'apito?". Intorno a lei commesse che ridevano o persone incredule..... io facevo finta di non conoscerla ovvio. Che bello avere due anni!
Sabato PiccolaPeste ha scritto la letterina, la prima da sola, ha chiesto solo due cose per sé e due cose per la sorella... Ah come sono lontani i tempi in cui ritagliava la qualunque da tutti i volantini presenti in casa e la incollava sulla letterina (perfino un taglia erba dal volantino della ferramenta! E non abbiamo mai avuto il giardino!).
Domenica mi sono concessa il lusso di fare i biscotti e per la prima volta in sei anni ho ricevuto un aiuto concreto, adesso capisce la differenza tra mischiare e rovesciare e impastare e leccare... Son cose che inorgogliscono!

venerdì 11 dicembre 2015

Due film sulla musica

"Whiplash"

Se avete la fortuna (come me…) di convivere con un batterista, certamente saprete che loro non suonano semplicemente, loro "sono" la musica o meglio loro "sono" il ritmo. Vivono per il tempo, lo sezionano, lo riempiono, lo allungano, lo accorciano. Il batterista è un perfezionista. Se sbaglia un qualsiasi strumento si sente una sbavatura nella melodia, se la batteria sbaglia il tempo tutta l’orchestra va a puttane. Ecco mettete questi concetti in un film: c’è un batterista jazz perfezionista e molto dotato, c’è un insegnante talentuoso dai metodi non proprio delicati che vuole spingere il genio sul filo della follia e vedere quanto resta in piedi e poi c’è la musica, il jazz. Un film molto molto bello. Intenso è la parola giusta. Una frase su tutte mi ha lasciato il segno: "Non esistono in qualsiasi lingua del mondo due parole più pericolose di "bel lavoro"! ", perché è vero, nel momento in cui una persona è gratificata smette di impegnarsi, pensa in qualche modo di essere "arrivato" lì dove voleva andare e invece no, invece il professor Fletcher è lì per ricordarglielo, come dice lui stesso : "Ero lì per spingere le persone oltre le loro aspettative, era quella la mia assoluta necessità. Altrimenti avremmo privato il mondo del futuro Luis Armstrong o del futuro Charlie Parker."



"Tutto può cambiare"

Ecco una bella "commedia romantica" dove il romanticismo c’è ma non si vede. Niente di stucchevole. Una commedia sulla musica dove una cantante è interpretata da un’attrice (Keira Knightley) e dove un cantante (quello dei Maroon5) diventa un attore che interpreta un cantante. E in mezzo a loro un grande Mark Ruffalo, che se non lo conoscete è il momento di farlo, produttore in crisi, un po’ visionario, un po’ barbone, un po’ marito innamorato, un po’ padre in crisi, molto realista e molto umano. Un film che scorre bene. Un film che appena finito vorreste rimettere da capo. Un film che vi farà andare a letto leggeri e contenti.

Istantanee di felicità #2

Quando tua figlia di sei anni canticchia "Seventh son of a seventh son" degli Iron Maiden mentre fa pipì capisci che come genitore... hai fatto un ottimo lavoro! :D

giovedì 26 novembre 2015

PPPP (PiccolaPeste Pigiama Party)

Sabato la PiccolaPeste ha festeggiato i suoi sei anni con le amichette. Da giovane PR quale solo lei riesce era partita per organizzare una mega festa in cui invitare: entrambe le prime (42 bambini), i suoi "amici di kick boxing", i suoi "amici di piscina", le sue vicine di casa, per un totale di almeno altri 10-12 bambini. Eh no! Le ho detto che per avere un compleanno con 50 invitati avrebbe dovuto aspettare almeno i 18 anni!
Insomma alla fine per non farla rimanere male le ho proposto l'alternativa che, sapevo, essere vincente: Pigiama Party! Ne è rimasta entusiasta da subito. Purtroppo le ho dovuto spiegare che "numero ristretto di amichette" voleva dire sotto 10, ma che 5 sarebbe stato perfetto, alla fine erano in 7 (lo spirito della PR non l'abbandona proprio!). Ovviamente avendo 6 anni ho preferito non farle rimanere a dormire e la festa si è svolta dalle 18 alle 21, ma a parte questo è stato un pigiama party in piena regola. Le seienni sono arrivate tutte con il loro zainetto con dentro il pigiama, io e PiccolaPeste le abbiamo omaggiate con un paio di calzine antiscivolo a testa in ricordo della serata, si sono cambiate, abbiamo messo su un po' di musica, le ho truccate e pettinate e poi abbiamo fatto una sfilata in pigiama con tanto di musica e speaker (io...) che introduceva gli outfit :D da morire dal ridere giuro! Dopodiché si sono messe a giocare in camera mentre io gli preparavo il salotto per la cena: pizza, patatine e popcorn! Gli ho messo un film e hanno mangiato sul tappeto stile campeggio. E per finire in bellezza torta fatta in casa al cioccolato con luna e stelle di pdz (non vi dico per farle ho tirato giù tutti i santi del calendario)!
Ve lo dico... posso dirlo... è stata una serata fighissima :D :D :D. Me le sarei tenute tutte! So troppo carine! Stanno crescendo e si vede, alcune le conosco da piccolissime, altre invece le ho conosciute in quest'occasione ma in tutte ho visto il cambiamento dovuto all'età, alla scuola, all'avere coscienza delle proprie responsabilità, della propria indipendenza. Che carine!

venerdì 20 novembre 2015

Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia

Da quando sono diventata mamma è avvenuta una sorta di trasformazione dentro di me che mi porta ad essere più sensibile, a volte anche in occasioni in cui non vorrei. Una volta scherzando con una mia amica, che mi chiedeva delucidazioni a proposito, ho detto che mi sembrava di essere diventata la mamma di tutti i bambini del mondo, invece che solo della mia. Non so perché mi venne subito in mente questa cosa e non so perché oggi, a distanza di sei anni dal mio essere diventata mamma per la prima volta, questa mi sembra ancora l’unica spiegazione possibile. Oggi è la giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, una giornata per ricordare che troppo spesso questi diritti vengono calpestati o ignorati. Un bambino ha diritto alla gioia, alla serenità, al poter ridere e giocare, ha diritto a imparare, ad essere ascoltato, ad abbracciare, ad essere abbracciato, un bambino ha diritto a crescere nella consapevolezza dell’amore, non deve poter pensare che questo non esista o peggio che non sia destinato a lui, che non ne sia meritevole. Noi adulti abbiamo delle responsabilità, abbiamo dei doveri verso di loro, verso tutti i bambini non solo verso i nostri figli, primo fra tutti il dovere di dargli un presente sereno in modo che possano creare un futuro migliore.

lunedì 16 novembre 2015

"Il Sole"

Si parla sempre di quello che non va nella scuola e poco o pochissimo delle cose che funzionano e dei progetti veramente validi. L’anno scorso la PiccolaPeste ha iniziato un progetto come ultimo anno di scuola materna, un progetto nato per accompagnare i bambini per tutta la durata della scuola primaria, il progetto è svolto in collaborazione con il centro diurno di socializzazione "Il Sole". Praticamente un giorno a settimana i bambini ricevono la visita delle persone diversamente abili che frequentano il laboratorio, o vanno a trovarli loro in laboratorio, e insieme ai collaboratori e alle maestre creano un punto di incontro fra loro, ascoltano musica, parlano delle loro giornate, delle cose che amano fare, giocano insieme, fanno dei lavori insieme, imparano a conoscersi, a fidarsi, a capirsi, abbattono le diversità tra loro se mai ci fossero e poi collaborano insieme al progetto teatrale di fine anno, l’anno scorso per esempio hanno messo in scena "il mago di Oz", ed è stato uno spettacolo bellissimo! E non lo è stato solo per la bravura dei bambini a recitare, per i bellissimi costumi realizzati con poco o niente dalle maestre o per le scenografie tutte realizzate dai ragazzi del laboratorio, lo è stato perché proprio quella storia più delle altre racchiudeva il significato dei loro incontri, la diversità che rende le persone speciali, la ricerca di cose che esistono già dentro di noi ma che non pensavamo di possedere.

Trovo che questo progetto sia la cosa più bella e l’insegnamento migliore che la scuola possa dare a mia figlia. Non so come spiegarlo ma lei ogni volta che parla di queste mattinate con i "ragazzi del laboratorio il sole" come li chiama lei, torna a casa felice. Queste persone le stanno insegnando tantissimo. La arricchiscono come persona, le insegnano a non vergognarsi mai, a non rincorrere un ideale di perfezione ma a difendere sempre la propria diversità e individualità e ad apprezzarla negli altri. Perché i bambini nascono puri, non hanno ipocrisie, non hanno pregiudizi ed è importante che crescendo questi valori gli restino dentro.

P.S. Aggiungo un post scriptum a questo post che volevo pubblicare venerdì scorso ma che non ho avuto tempo di finire. A maggior ragione oggi, dopo i fatti di Parigi, credo in quello che ho scritto. I bambini nascono puri e noi abbiamo il dovere di educarli nel rispetto e nella comprensione degli esseri umani, quale che sia la loro etnia, religione, colore, lingua o inclinazione sessuale. Non dobbiamo creargli sovrastrutture né definizioni ma lasciare che siano loro stessi a trarre le loro conclusioni e a decidere cosa è giusto e cosa non lo è, cerchiamo di non "etichettare" mai mentre parliamo, non diamogli una definizione per tutto, cerchiamo di condannare un comportamento, non chi lo applica, forse così cresceremo degli esseri umani migliori. Forse o almeno speriamo.

Sei

Sei. Era lunedì proprio come oggi. Sei anni fa. Sembra passato un giorno. Un giorno denso come le tue giornate di seienne. Tesoro mio. Sei diventata grande. Ti guardo mentre ti vesti e ti lavi, non fai un capriccio, sai che devi andare a scuola e sei bravissima, a volte mi viene di aiutarti e subito mi riprendi "Mamma non preoccuparti! Faccio da sola." Hai ragione, ormai hai sei anni. Sei diventata grande. E non mi sembra vero. Hai le tue passioni. Le tue canzoni preferite. Le tue migliori amiche. Sei testarda e libera come solo una seienne può essere. Ma anche giudiziosa e responsabile. Stai crescendo a vista d’occhio e so che presto, troppo presto dovrò lasciarti andare. Vorrei che queste giornate non finissero mai, vorrei che tu le portassi con te per sempre. Queste giornate fatte di cose imparate, di colori appuntati, di disegni di principesse e draghi, pagine e pagine di B corsive, giornate fatte di sogni e speranze, di corse nel cortile della scuola. Giornate che hanno il sapore di pane e cioccolato e il profumo della pastina in brodo col parmigiano. Giornate passate a correre, a nuotare, a saltare, sempre in movimento, sempre fuori, mai stanca, mai triste. Il regalo più bello che posso farti è che tu porti dentro di te queste giornate per sempre, quando sarai triste o stanca, ripensa ai tuoi giorni di seienne, alla tua gioia, alle tue risate, alle corse e alle cose imparate, agli abbracci la sera nel letto sotto il piumone, quando mi dici "mamma resta qui, ti voglio bene" e io ti rispondo "la mamma ci sarà sempre per te, sei la mia bambina". E lo sarai sempre, questo è certo. Buon 6° compleanno Cate.

mercoledì 4 novembre 2015

Istantanee di felicità #1

Domenica. Il sole che scalda il finestrino. Il paesaggio autunnale con i suoi gialli e arancioni che scorre intorno a noi. Lo stereo suona i Maroon Five, da quando PiccolaPeste li ha elevati a suo gruppo preferito non si ascolta altro. Lei canta, a squarciagola, nel suo improbabile inglese, ed è persino intonata! GranDama la guarda con un misto di orgoglio e ammirazione, è la sua sorella grande e nutre un profondo rispetto e un insano spirito di emulazione nei suoi confronti, per cui non si azzarda a cantare quando canta lei, ma muove il piedino a tempo sul seggiolino e la guarda cercando la sua approvazione. Il Prof sorride, guida e tiene il tempo sul volante, è pur sempre un batterista! Io spio tutto questo dai vari specchietti retrovisori ed elargisco crackers e bottigliette/biberon di acqua e sorrido fra me e me, la felicità si nutre di attimi, momenti semplici e perfetti in cui chi ami sorride.
 
 

giovedì 22 ottobre 2015

10 Agosto 2015

Entro nella stanza inondata dal sole. L’odore di disinfettante è forte, dà quasi la nausea con questo caldo. Tu sei lì coperta da un lenzuolo, il respiro affannato, gli occhi chiusi, con le mani tormenti un angolo di stoffa, non hai mai potuto stare ferma con le mani. Mi siedo accanto a te, mi guardo intorno e mi rendo conto che è la prima volta, da quando sei qui, che vengo in camera tua e probabilmente sarà anche l’ultima. Scaccio il pensiero e guardo fuori dalla finestra. Sento le voci dei bambini che giocano al parco, vedo le persone che corrono, quante volte anch’io al parco con le bimbe, mi sono fermata a guardare in questa direzione pensando a te, che magari mi vedevi dalla finestra o magari no e anche se mi avessi visto non mi avresti riconosciuto, non mi riconoscevi mai ultimamente. Forse è per questo che sono venuta a trovarti così poco da quando sei qui. Dico che non ho mai tempo ma la verità è che mi fa male vederti e sapere che nella tua testa non ci sono più i ricordi di noi due, che sono confusi con altri. Ti prendo la mano e tu stringi, per un attimo un occhio si apre e cerca qualcosa, ma non mi vedi, non puoi vedermi, stato comatoso lo chiamano, ma non ha niente della calma che ti aspetteresti da un coma. La realtà è che stai morendo. E la cosa peggiore è che è giusto così. Non sei malata, no, hai semplicemente 90 anni. E per quanto la cosa possa farmi incazzare, so che io, al posto tuo, non vorrei aspettare un giorno di più. Non chiedermi allora perché adesso non riesco a smettere di piangere. È come se dentro di me si fosse aperta una diga. Sento che non riesco a smettere e non voglio, insieme alle lacrime stanno fluendo anche i ricordi, ricordi che non voglio chiudere da qualche parte, perché tanto poi lo so che troveranno il modo di uscire e lo faranno nel momento meno opportuno. E allora piango. Piango perché questa probabilmente è l’ultima volta che ti tengo per mano, perché di quella mano avrei ancora bisogno, perché toccarla è come tornare indietro, come tornare bambina, a quando mi preparavi il pane strusciato col pomodoro a merenda, a quando mi hai insegnato a giocare a briscola, a tutte le befane in cui ti nascondevi in fondo alle scale buie della cucina e facevi rotolare giù noci e nocciole e io correvo a vedere urlando "È la befana! È arrivata la befana!". E si affaccia un pensiero felice in mezzo alle lacrime. I miei ricordi e i tuoi ricordi, vivranno per sempre nel mio cuore, sarai sempre con me, sarai la mia adorata nonnina per sempre.

Il 13 agosto ci hai lasciato, ma stranamente non ero triste e mi sono trovata a pensare che a volte la vita è ingiusta ma altre no. Che dopo averti tolto due figli piccoli e un marito giovane, ti ha dato una vecchiaia serena circondata dall’affetto della tua famiglia.

venerdì 16 ottobre 2015

Inside out

Non vi nego, che uno dei piaceri della vita da mamma, è poter andare a vedere i cartoni animati al cinema la domenica pomeriggio senza essere presa per pazza. E così sedersi vicine in 5° fila (la nostra preferita!) con una busta formato famiglia di patatine o popcorn e tenersi per mano o urlare o ridere all'unisono, diventa un momento veramente bello e rilassante (si ho detto rilassante!) sia per me che per PiccolaPeste. Se poi abbiamo la fortuna di vedere un film come "Inside Out" il quadro si completa. Sì perché questo è il classico esempio di cartone animato che piace a grandi e piccini, sia per l'idea, l'ambientazione e la grafica, sia per i personaggi, per la storia e per il messaggio che dà. La genialata che sta alla base di tutto è: com'è la vita vista dalle nostre emozioni? Così scopriamo che fin dal nostro primo vagito abbiamo un quartier generale nel cervello dove Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, classificano e guidano i nostri comportamenti e i nostri ricordi, contribuendo a formare le nostre conoscenze ma anche il nostro carattere, la nostra personalità. Scopriamo che il cervello è un posto sconfinato e complesso, governato da leggi spietate, in cui tutto è in continua trasformazione. Ma soprattutto impariamo che non sempre le emozioni "negative" come Tristezza o Paura, devono essere allontanate, ma anzi vanno ascoltate, possono e devono avere il loro spazio perché è anche grazie a loro che ci tuteliamo, che impariamo a chiedere aiuto, a mostrare un disagio, che impariamo a crescere e a modificare le nostre isole della personalità, ad adattarci alle situazioni per trarne esperienza e anche nuovi bellissimi ricordi che a volte sostituiscono i precedenti ma più spesso si sommano ad essi arricchendo la nostra vita.

mercoledì 14 ottobre 2015

Due

Due sono le manine con cui impiastricci tutto. I capelli, i giocattoli, tutte le superfici piane che hanno un’altezza inferiore al metro, i miei jeans sempre ed invariabilmente dietro al ginocchio che mi accorgo solo la sera di essere andata in giro con le patacche tutto il giorno.


Due sono le gambine che fino ad un anno fa muovevano incerte i primi passi mentre adesso corrono e si arrampicano.

Due sono quegli occhietti furbi con cui guardi il mondo e ti meravigli.

Due sono i tuoi anni adesso, GranDama. Due anni. Due anni fatti di tante piccole conquiste, primi sorrisi, primi dentini, prime pappe, primi passi, prime parole.

Due anni in cui sei entrata nei nostri cuori in punta di piedi, ti sei ricavata il tuo angolo, lo hai coltivato, abbellito, allargato finché non è diventato casa tua. E ci hai reso migliori.

Auguri GranDama.

venerdì 25 settembre 2015

Post nel cassetto

Eh ragà! Quando si dice il tempismo... Avevo abbandonato il blog per un po', poi volevo scrivere un post sull'autunno e sulla scuola (Oh PiccolaPeste in prima e-l-e-m-e-n-t-a-r-e!!!!) entro e scopro questo post che non avevo pubblicato ma che invece è dolcissimo! Sulle mie patatose e i loro piccoli progressi. E insomma, pubblico oggi, meglio tardi che mai. Di questo passo le avventure di "PiccolaPeste alla scuola dei grandi" le pubblicherò a Natale :D
Buon fine settimana!

La primavera delle prime volte

La primavera è una stagione strana. È la terra di mezzo tra il caldo e la libertà dell’estate e il freddo e i doveri invernali. È un luogo magico dove da sempre ci si abbandona al sogno, alla sperimentazione, al nuovo. La primavera è amica delle prime volte, ci rende audaci e anche un po’ folli! 
La primavera delle nostre prime volte è iniziata con il primo dentino caduto per la PiccolaPeste, con il mio sentirmi per la prima volta vecchia adulta e mamma di una bimba che a Settembre andrà alle elementari.



È stata complice del primo gelato di GranDama, a cui sono seguiti il secondo ilterzoilquarto…..
 


Il vento della primavera ha spinto la bici di PiccolaPeste nel suo primo viaggio senza ruotine. 



E ha sorretto GranDama nella sua prima scivolata sullo scivolo dei grandi.

 
 

Ogni gesto semplice per noi, per loro è un traguardo raggiunto e da quando ci sono loro nella nostra vita ogni giorno racchiude una prima volta.

giovedì 6 agosto 2015

Ho voglia

Ho voglia di un gelato in riva la mare.

Ho voglia di viaggiare con i finestrini aperti e una cartina sulle ginocchia.

Ho voglia di mettere le infradito la mattina e toglierle solo per stare in spiaggia e per dormire.

Ho voglia di mettere la testa sott’acqua e sentire "ssssscchhh" il rumore della sabbia mossa dalle onde.

Ho voglia di farmi sporcare la pelle di gelato, di cocomero, di succo di pera da manine piccole e cicciotte.

Ho voglia di sentirle ridere e urlare di gioia mentre si rotolano su una coperta stesa in un prato.

Ho voglia di stringere la sua mano mentre guardiamo le stelle e loro dormono.

Ho voglia di dimenticare… i vestiti, la spazzola, il cellulare.

Ho voglia di vacanza.

giovedì 23 aprile 2015

Maleficient

Oggi voglio parlare di questo film perché l’ho veramente adorato! Mentre la storia della bella addormentata in sé e per sé mi è sempre piaciuta poco, anche da bambina, questo film mi è piaciuto tantissimo. Mi piace il personaggio di Malefica, è un personaggio così “umano”, con le sue debolezze, con la sua rabbia, la vendetta, ma anche il perdono e l’amore. Mi piace. Mi piace perché va oltre l’idea di buono e cattivo, tipica delle favole, Malefica è buona e cattiva insieme, dolce e terribile allo stesso tempo. Malefica conosce l’amicizia, l’amore e poi il tradimento e la vendetta, ma nonostante tutto torna ad amare, perché non può farne a meno. Maleficient mi piace perché va oltre lo stereotipo del “vero amore” delle favole. Vero amore non può essere quello di due ragazzi che si incontrano per qualche ora nel bosco, non può esserlo né per Malefica né per Aurora, vero amore è quello di una madre, una persona che ti ha visto crescere, che ti è stata accanto nel bene e nel male, vero amore è quello di chi ti accetta nonostante tutto, per come sei, oltre le apparenze. E il vero amore alla fine non salverà solo Aurora ma anche e soprattutto Malefica. 

martedì 21 aprile 2015

Finalmente!

Finalmente Sabato 18 ha riaperto la piscina di Abbadia San Salvatore, l'articolo qui.

giovedì 9 aprile 2015

L’amore ci salverà!

Ehi tu. Sì dico a te. Con quelle guance rosa e la cellulite nelle cosce. Tu che il mondo adesso è verticale. Tu perennemente in bilico su sedie e tavolini. Tu che ogni sgabello, sedia, contenitore rigirato che trovi lo usi per raggiungere nuove e insperate vette. Tu che ieri sera hai rischiato la tua breve vita di 18mesenne (o almeno una sonora testata) gettandoti dal bracciolo del divano. Tu, puoi dire di essere una miracolata. Tu. Salvata da tua sorella. Una piccola ninja di cinque anni che mentre guardava Oggy e i maledetti scarafaggi sul tappeto, con mossa fulminea è saltata sul divano, ti ha acchiappato per l’elastico dei leggins e ti ha evitato la testata nelle mattonelle. E così, smutandata e salva, puoi dire di aver visto la morte in faccia (o il pavimento da vicino…) e noi potremo dire di aver assistito ad un miracolo o quantomeno ad un gesto d’amore fraterno.

giovedì 2 aprile 2015

“Born to run” - Christopher McDougall

Ho sempre pensato che la corsa più che uno sport sia uno stile di vita, meglio una filosofia di vita. Non capivo però perché una volta che si inizia a correre non si possa più smettere. Adesso lo so. È semplice, ed è tutto in quelle tre parole: born to run, nati per correre. Ma è proprio vero che siamo nati per correre? L’evoluzione può dimostrare questa teoria o “nati per correre” è solo un’esigenza dettata dalle nostre endorfine? Ecco un libro veramente intelligente sulla corsa e sulla necessità dell’uomo di correre. Tutto ha inizio con dei banali infortuni dell’autore legati alla corsa, perché chi corre dopo un po’ è soggetto ad infortuni e dolori? E perché la tecnologia e quelli che dovrebbero essere gli ultimi ritrovati della scienza in campo podistico non fanno altro che peggiorare la situazione? E parallelamente perché se la corsa ci fa così male sentiamo il desiderio di correre? Per rispondere a queste domande Christopher McDougall si imbarca in un viaggio alle origini della corsa, partendo dai Tarahumara, il popolo che corre, passando per i superatleti che corrono le ultramaratone e arrivando alla teoria evoluzionistica secondo la quale l’uomo si è evoluto per la corsa. Un libro visionario, ben scritto, mai noioso. Un libro che vi farà nascere un sorriso agli angoli delle labbra pensando all’ultima volta che avete CORSO DAVVERO, probabilmente avrete avuto 8-10 anni, un paio di superga dalla suola ormai consunta ai piedi e il più bel sorriso mai visto sul volto, nessuna fatica, solo gioia, ecco l’essenza della corsa per l’essere umano: GIOIA!
Correte come se aveste 8 anni, correte come se ne andasse della vostra vita, correte come se foste scalzi in mezzo alla natura, correte col sorriso.
Consiglio di leggere questo libro ad ogni appassionato di corsa, sia un ultramaratoneta che un corridore della domenica, ma lo consiglio anche a chi della corsa non gliene importa niente ma è in cerca di risposte, chi siamo? Da dove veniamo? Dove stiamo andando ma soprattutto come ci stiamo andando?
Correndo naturalmente. 
P.S. Mentre girovagavo in rete in cerca di appassionati di questo libro come me mi è capitato di imbattermi in questa bella recensione, che mi ha fatto conoscere l’altrettanto bello e interessante sito, ve lo consiglio.

mercoledì 25 marzo 2015

Cenerentola

Domenica scorsa siamo andate al cinema, io e PiccolaPeste, a vedere Cenerentola, il film, un film “da grandi” non un cartone animato. Sapevo che le sarebbe piaciuto. Sapevo che il fatto di non sentir parlare o cantare i topini non l’avrebbe infastidita anzi. Lo sapevo. Lo sapevo perché lei in questo e come me: ribelle e casinara fuori, dolce e romantica dentro. E infatti Cenerentola ci è piaciuto tantissimo! A entrambe. Lei si è innamorata del principe, ovvio, “mamma” mi ha confidato ieri sera a letto “la mia scena preferita del film è quando il principe porta Cenerentola nel giardino segreto” che romantica la mia Peste! Ma ha adorato anche le sorellastre perché “non erano brutte mamma! Erano solo un po’ tonte!”. Io invece ho adorato il personaggio di Ella e il suo “sii gentile e abbi coraggio” che me l’ha fatta vedere sotto una luce del tutto nuova. Chissà perché ho sempre pensato che Cenerentola non avesse una via di fuga per la sua situazione e che il Principe sia una sorta di salvatore per lei. Non è così. Lei sceglie consapevolmente di restare a casa sua, di prendersi cura di ciò che era importante per sua madre e suo padre, di avere il coraggio di andare avanti tra soprusi e angherie, di dimostrare gentilezza sempre, anche verso chi non ne ha mai avuta per lei. E sarà questa gentilezza alla fine la sua arma, anche verso la matrigna, altro personaggio che mi è piaciuto molto, forse perché è interpretata magistralmente da Cate Blanchett. Insomma un film bellissimo con la giusta dose di tutto, bontà quanto basta, fantasia e scene esilaranti quanto basta (vogliamo parlare della fata madrina pasticciona interpretata da Helena Bonham Carter…), cattiveria quanto basta, romanticismo quanto basta e naturalmente happy ending ;-)

martedì 10 marzo 2015

Gli alti e bassi della vita

Giovedì scorso dovevamo partire per Londra. Avevamo prenotato i biglietti con largo anticipo, fatto l’assicurazione (non vi venga in mente di farla MAI, tanto non serve), telefonato ai nostri amici che sarebbero venuti a prenderci e addirittura spostato al sabato il compleanno della loro bimba per far sì che la PiccolaPeste partecipasse alla festa della sua amichetta. Avevamo arginato raffreddori, influenze e perfino una congiuntivite dell’ultim’ora. Ma non avevamo previsto LEI. La tempesta perfetta. Credetemi se vi dico che non siamo riusciti ad arrivare a Fiumicino. Credetemi se vi dico che sembrava di essere in uno di quei film sugli uragani dove i protagonisti, dentro la loro macchina, scappano e qualsiasi strada prendono trovano sul loro cammino alberi tranciati, vigili del fuoco, piante divelte e  inondazioni. Ad un certo punto abbiamo pure pensato che fosse un segno del destino, forse quell’aereo non lo dovevamo prendere. Inutile dire la delusione, i pianti della PiccolaPeste, l’incazzatura e il malessere che per qualche giorno non è proprio riuscito a lasciare i nostri i cuori. Apparte questo. La vita va avanti. Che dobbiamo fare? Piangerci addosso? No, non è da me, non è da noi, e così siamo tornati alle nostre attività che per PiccolaPeste prevedono nel week-end lo sci, lo sport che “adoro” come direbbe lei, e dopo la delusione di non aver visto la sua amichetta, ha provato la gioia di arrivare prima (con tanto di coppa!) alla garetta di fine corso… La gioia si è espressa più o meno così:
Prof – Brava Cate! Sei arrivata prima!
Peste – E che significa babbo?
Prof – Che hai vinto…
Peste – Ah… e che vuol dire?
Prof – Come che… Vuol dire che tra tutte le bimbe del tuo anno di corso tu sei scesa più veloce e quindi sei la prima e ti daranno una coppa.
Peste – Okkei babbo ho capito… ma posso avere anche una cioccolatina?
La GranDama intanto ha scoperto l’uso della parola e ci interroga:
G – Babbo?
Io – E’ di là tesoro
G – Cate?
Io – E’ di là che guarda la TV con babbo
G – Nonno?
Io – A casa
G – Nonna?
Io – A casa anche lei
G – Pina
Io – Sì la nonna si chiama Pina brava!
G – Szszszia?
Io – Zia è a casa anche lei con Lalla, Andrea e lo Zio
G - Chicco!!!
Io – Si lo zio chicco
(……..)
G – Mamma…
Io – Si amore dimmi?
G – Babbo?
(Ah ehm…..)

mercoledì 25 febbraio 2015

La nostra canzone

- Amore! Senti! C’è la nostra canzone!
- Alza! Alza! E amore mio grande amore che mi credi…
- …vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
- E resterò…
- Al tuo fianco…
- Fino a che vorrai…
- Ti difenderò da tutti non temere
- MMMMAAAAIIIIII
- Na na… na aa……………….
“ E levo questa spada
Alta verso il cielo
Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo
Solo sulla cima
Attenderò i predoni
Arriveranno in molti
E solcheranno i mari
Oltre queste mura troverò la gioia
O forse la mia fine comunque sarà gloria
E non lotterò mai per un compenso
Lotto per amore, lotterò per questo
Io sono un guerriero
Veglio quando è notte
Ti difenderò da incubi e tristezze
Ti riparerò da inganni e maldicenze
E ti abbraccerò per darti forza sempre
Ti darò certezze contro le paure
Per vedere il mondo oltre quelle alture
Non temere nulla io sarò al tuo fianco
Con il mio mantello asciugherò il tuo pianto
E amore il mio grande amore che mi credi
Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
E resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto, non temere mai
E amore il mio grande amore che mi credi
Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
E resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto, non temere mai
Non temere il drago
Fermerò il suo fuoco
Niente può colpirti dietro questo scudo
Lotterò con forza contro tutto il male
E quando cadrò tu non disperare
Per te io mi rialzerò
Io sono un guerriero e troverò le forze
Lungo il tuo cammino
Sarò al tuo fianco mentre
Ti darò riparo contro le tempeste
E ti terrò per mano per scaldarti sempre
Attraverseremo insieme questo regno
E attenderò con te la fine dell'inverno
Dalla notte al giorno, da Occidente a Oriente
Io sarò con te e sarò il tuo guerriero
E amore il mio grande amore che mi credi
Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
E resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto, non temere mai
E amore il mio grande amore che mi credi
Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
E resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto, non temere mai
Ci saranno luci accese di speranze
E ti abbraccerò per darti forza sempre
Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo
Veglio su di te, io sono il tuo guerriero “

- Mamma
- Si
- Come si chiama la nostra canzone?
- Si chiama Guerriero
- Perché Guerriero?
- Perché parla di un guerriero, uno che lotta, combatte per amore
- Perché dice amore mio grande?
- Anche e poi dice: resterò al tuo fianco, ti difenderò da tutto…
- Perché dice sempre?
- Perché quando uno ti ama ti sta vicino sempre, come la mamma e il babbo, ti difenderanno e ti staranno vicini sempre perché ti vogliono bene
- Ovvia ora mamma smettila! Lo sai che poi mi metto a piangere!

Ah… PiccolaPeste! Tenera e ruspante :D

venerdì 6 febbraio 2015

Tu chiamale se vuoi... Emozioni

Nevica. Da venerdì notte nevica, poi piove, poi rinevica. La GranDama è stata tipo un paio d’ore affacciata alla finestra della cucina (a proposito, mi sono venuti due bicipiti invidiabili!) guardava questa sua prima nevicata con gli occhi sbrilluccicosi di gioia che solo i bambini hanno, poi si girava e mi faceva “guadda”, “amore guaddo, è la neve, N-E-V-E”, “neue?”, “si la neve”, “guadda!” estasiata… e così via…
Sabato mattina in piena tormenta di neve (le mie ultime parole prima di uscire di case sono state “vedrai che rischiara”) siamo usciti che sembravamo l’armata brancaleone: Prof alla guida del bob su cui sedevano, dietro PiccolaPeste e davanti, stretta nell’abbraccio fraterno, GranDama, io ulrima chiudevo la cordata. Ad un certo punto nevicava così forte che le due pupe sembravano due pupazzi di neve, Gran Dama si è anche addormentata nell’abbraccio fraterno e i fiocchi di neve le si scioglievano sul visino bagnandola tutta… roba che se ci fosse stato qualcun altro in giro e c’avesse visto, capace che ce la toglievano… sempre che riuscissero a liberarla dall’abbraccio della sorella.
Io e PiccolaPeste abbiamo sciato sia sabato che domenica pomeriggio, nevicava e faceva un freddo bestia, ma è stato bello tenersi abbracciate in seggiovia e fermarci a bere un orzo caldo… “alla bimba una bella cioccolata?” “no l’orzo è per lei…” perplessità “ok ne faccia due” PiccolaPeste è una bimba come dire… ruspante! E poi come nelle migliori tradizioni ci siamo perse e abbiamo dovuto supplicare che ci facessero salire in seggiovia perché avevamo la macchina dall’altra parte della montagna, proprio stavolta che le avevo promesso di portarla a casa prima. Quando uno l’organizzazione non ce l’ha nel DNA…
Inoltre ho scoperto che la neve ci rende bipolari. Alterniamo serate in cui GranDama testa la nostra pazienza e le nostre forze a momenti decisamente più romantici: “hey pagnotta me lo dai un bacio?” “mmmmmm-mah” e ti si appiccica a bocca aperta in una guancia tipo ventosa. E per la serie anche le Pesti piangono: “amore perché piangi? Che c’hai?” “non te lo dico, indovina” “come faccio a indovinare? Sei triste?” “no… piango perché ti voglio bene…” avrei voluto dirle che non si piange per amore ma ha 5 anni, il pippone glielo sparo fra una decina d’anni, nel frattempo me l’abbraccio stretta e mi beo di questo sentimento così puro e bello da farle e farmi venire le lacrime agli occhi.

mercoledì 4 febbraio 2015

Vita col Prof - Quel simpatico burlone...

- Babbo lo sai che stamattina a scuola sono venute le maestre di inglese?
- Davvero?! E vi parlavano in inglese?
- Si si
- E che cosa vi dicevano?
- Eh... boh... abbiamo giocato al memory dei colori...
- Bello no?
- Uhm... Uhm... (su e giù con la testa) Babbo?
- Dimmi...
- Lo sai come si dice arcobaleno in inglese?
- Come si dice?
- Reinbou!!!!
- Davvero!!!!!! E invece reinbou come si dice in italiano?
(................ espressione del viso che passa dal lo so, non lo so, certo che lo so..................)
- Arcobaleno!!!!! Babbo! Ma sei strullino però eh! :D

venerdì 16 gennaio 2015

Grande. All'improvviso.

Mi sono girata un attimo. Mi sembra che il tempo sia volato. Tu eri lì davanti a me, stavi facendo qualcosa, non so neanche più bene cosa. Ti ho guardata. Ti. Ho. Guardata. Eri… Sei… All’improvviso… Grande. Non è una questione solo d’età, non è l’altezza, non sono nemmeno i vestiti. È qualcosa dentro di te. E io lo percepisco. Io, la tua mamma, quella che tante volte hai chiamato la notte, quella che ti ha fatto piangere, quella che ti ha tenuta stretta, quella che “sono sempre qui amore, sempre qui con te”. Io mi sono girata un attimo e tu sei diventata grande, una bella, bellissima bambina di 5 anni che a Settembre andrà alla scuola primaria, quella dei grandi, quella dove si fanno le cose da grandi. All’improvviso sei grande e io non mi sento né più vecchia né più stanca, solo più orgogliosa della mia bambina Grande.