E' da un po' che non scrivo di libri, eppure ne ho letti diversi in questi mesi, non sapendo da dove cominciare ho cercato nei miei tag Libri e ho visto che l'ultimo di cui ho parlato è stato "Open" di Andrè Agassi. Ora è vero che quel libro mi ha lasciato veramente qualcosa dentro, non fosse per le innumerevoli citazioni tennistiche che finalmente posso vantare col Prof, ma è anche vero che ho letto Steinbeck! Cioè... Steinbeck mica miciomiciobaubau... Cominciamo quindi:
- John Steinbeck, "I pascoli del cielo" e "Furore". Beh, l'idea di leggere Steinbeck mi è venuta perchè è già da tempo che sogno un viaggio negli States e io quando sogno un posto da visitare devo necessariamente prima assorbirne la cultura, o almeno, ci provo, da qui il mio recente amore per gli scrittori statunitensi. Di Roth ho già scritto e anche del mio adorato Franzen, e con loro diciamo che l'east cost più o meno era coperta. Con Steinbeck mi sono spostata nel west.
Ne "I pascoli del cielo" il protagonista principale è il luogo, la valle dove si svolgono le storie del romanzo, un posto così bello da essere paragonato appunto ai pascoli del cielo. Un posto così bello e perfetto che solo l'uomo lo può imputridire con le sue bugie, inganni, invidie e miserie.
"Furore" invece è la storia di una famiglia, i Joad, che compiono un'inverosimile migrazione dall'Oklahoma alla California in cerca di una vita migliore. Ai Joad s'intrecciano le storie di altre centinaia di famiglie che compiono questo viaggio verso una terra promessa che si rivelerà invece una terra ostile e carica di odio, in cui fermenta appunto il furore.
Devo dire che Steinbeck è stata una vera e propria scoperta, era dai tempi di "Notre Dame de Paris" di Victor Hugo che non mi emozionavo tanto nel leggere una storia del passato come se stesse accadendo adesso, ai giorni nostri, "Furore" potrebbe essere stato scritto adesso, non tanto per la storia, per i concetti che esprime, per come riesce a far uscire dalle pagine i sentimenti, il Furore in questo caso, sentite cosa dice:
« E gli occhi dei poveri riflettono, con la tristezza della sconfitta, un crescente furore. Nei cuori degli umili maturano i frutti del furore e s'avvicina l'epoca della vendemmia. ». Adoro Steinbeck, adoro questo suo alternare la storia della famiglia Joad con la storia degli stati uniti e di un particolare momento storico, adoro il modo in cui i sentimenti, il furore, la fame, la vergogna, diventano personaggi del libro e riescono ad uscire dalle pagine. Lo adoro, sicuramente è un libro che merita di essere letto.
- Richard Yates "Revolutionary Road". Con Yates si ritorna sulla east coast e si ritorna nella middle class americana in pieno boom consumistico. Una giovane coppia che all'apparenza ha tutto, una bella casa pulita e ordinata, due meravigliosi bambini, un lavoro ben retribuito nella city per lui, una tranquilla vita da casalinga per lei, ma la tragedia è dietro l'angolo se questo non è ciò che entrambi vogliono, ma April e Frank Wheeler vogliono sul serio le stesse cose e soprattutto vogliono sul serio questa vita perfetta? Quando gli eventi li porteranno a rifletterci sarà l'inizio della loro fine, una lenta agonia, il lento sgretolarsi di un sogno e di una vita che è solo apparenza, come fumo gettato negli occhi di chi li osserva, anche la loro vita verrà spazzata via in un soffio.
E per oggi direi che può bastare. Buone letture.
Furore è un capolavoro, che te lo dico a fa? Da leggere con Springsteen in sottofondo.
RispondiEliminaUn vero capolavoro!
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